L’emergenza Coronavirus – che ha gettato l’Italia nel caos e instaurato qualcosa di molto simile ad uno stato di polizia – dopo essere stata dichiarata pandemia, ha assunto i caratteri di una “emergenza globale”, gestita da poteri e organismi sopranazionali e non, al contrario di quello che molti pensano, dai poteri governativi dei singoli stati. Ancora una volta, questo metodo di gestione dell’emergenza sanitaria ricalca, in particolar modo per quanto concerne l’Italia, quel processo di estromissione dei governi dal potere decisionale che spetterebbe loro.

Negli ultimi decenni, e in particolare dalla fine degli anni Ottanta in avanti, quasi tutto è stato sottratto ad un reale controllo degli stati nazionali, specie in Europa: dalle politiche monetarie – affidate ad una banca centrale indipendente dal potere politico – a quelle fiscali, sempre più vincolate dai trattati, alla regolamentazione degli scambi commerciali internazionali (regolamentati dall’OMC), alle decisioni in ambito vaccinale, prese a seguito di accordi “privati” con le multinazionali del farmaco, per finire oggi con l’emergenza sanitaria “Coronavirus”, in cui è ancora una volta un organismo extranazionale, l’OMS, a stabilire le direttive di gestione dell’epidemia.
Pare, insomma, che tutto vada nella direzione di una amministrazione globale e unidirezionale del mondo, coordinata da enti che non rispondono ad alcuna autorità amministrativa e che sono dunque al di sopra di qualunque legge.


In Italia, a parlare a nome dell’OMS è Walter Ricciardi, il quale ha asserito che, con la dichiarazione di stato di pandemia: “l’Oms ha un potere molto più importante di moral suasion e un peso maggiore sui paesi di tutto il mondo. Ora può emanare indicazioni più cogenti alle nazioni e avere un peso maggiore su di loro per invitarle ad agire con tempestività”. Ha aggiunto inoltre che: “c’è sempre la possibilità di inviare squadre nei paesi più fragili. Un’operazione già avviata in alcuni stati dell’Africa”.


Nell’analisi di questa situazione, occorre tenere presente che l’OMS è finanziata in percentuale maggioritaria non dagli Stati membri, ma da enti privati, le cui risorse costituiscono i tre quarti dei fondi dell’organizzazione. Molti di questi fondi sono destinati alla realizzazione di progetti specifici – per questo si parla di finanziamenti earnmarked – che corrispondono a quelli voluti dai finanziatori, tra cui c’è la nota “Bill & Melinda Gates Foundation”, che è risultata nell’ultimo decennio uno dei principali finanziatori dell’OMS. Inoltre, tale fondazione risulta tra i partner strategici di diverse società private che si occupano della produzione di vaccini e di biotecnologie: una di queste è la Gavi Alliance, finanziata dai coniugi Gates con 750 milioni di dollari ed essa stessa tra i finanziatori dell’OMS. Questa “Alleanza globale per i vaccini” si occupa soprattutto delle vaccinazioni per le popolazioni dei paesi poveri, ma spesso ha finito per ridurre la sua attività ad una mera speculazione. Diverse associazioni e istituzioni sanitarie, tra cui Medici senza Frontiere, hanno accusato Gavi di imporre ai Paesi destinatari degli aiuti, dei sovrapprezzi che finivano per arricchire enormemente multinazionali come Bayer e Novartis. Inoltre, nella stipulazione degli accordi era previsto che la responsabilità in caso di effetti collaterali fosse a carico degli acquirenti.  
L’altra è “Moderna” una società di biotecnologia, con sede a Cambridge nel Massachussets, che sta lavorando ad una nuova tipologia di medicinali e vaccini basati sulla tecnologia dell’mRNA, considerata dai suoi fautori “il software della vita”.
La Moderna, come si legge sul suo sito ufficiale, è stata finanziata dalla Fondazione Gates con 20 milioni di dollari ed è recentemente riuscita a creare, ancora ad insaputa dell’opinione pubblica, un vaccino contro il Nuovo Coronavirus in soli 42 giorni dall’identificazione della sequenza:

“mRNA-1273 è un vaccino mRNA contro il nuovo Coronavirus che codifica per una forma stabilizzata di prefusione della proteina Spike (S), che è stata selezionata da Moderna, in collaborazione con gli investigatori del Centro di ricerca sui vaccini NIAID(VRC). La produzione di questo lotto è stata finanziata dalla Coalizione per Innovazioni di Preparazione Epidemica (CEPI)”.[1]

La CEPI, ovvero una “Coalizione Globale per un problema globale”, come scrive sul suo sito, vede tra i suoi principali investitori e partner, ancora una volta, la “Bill & Melinda Gates Foundations”.


Poiché l’OMS ha un ruolo centrale nella pianificazione delle strategie vaccinali globali, il fatto che essa sia finanziata in prevalenza dalle multinazionali del farmaco e di produzione di vaccini evidenzia un enorme e palese conflitto di interesse, che va oltre i fini meramente economici per sconfinare in una questione di controllo politico e sociale. A riguardo sono anche state presentate delle interrogazioni parlamentari sia a livello europeo che nazionale, che però hanno purtroppo trovato scarsa attenzione, in quanto è scarsa la volontà (o il potere) di arginare e ridimensionare il fenomeno da parte delle istituzioni europee e degli Stati. [2]
Tutto ciò è amplificato ulteriormente se si considera che il fondatore di Microsoft aveva previsto nel 2015, nel corso di una conferenza pubblica reperibile online, che una pandemia avrebbe potuto fare più vittime di una guerra. Sarebbe lecito, o meglio doveroso, domandarsi se questi fatti, così concatenati tra loro, siano una semplice coincidenza oppure se appartengano ad una ben precisa strategia di controllo. Tale necessità diventa imprescindibile soprattutto nel momento in cui, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, venisse imposta a buona parte della popolazione mondiale una vaccinazione, propagandata come unica via di salvezza ad una umanità impaurita, ricattata e ridotta ormai in catene.


Per l’ennesima volta, assistiamo ad una dinamica in cui gli Stati sono deboli se non assenti, dominati dal potere dei privati e delle grandi multinazionali, le quali attraverso l’autorità degli organismi internazionali, possono con facilità imporre le proprie direttive alla maggioranza delle Nazioni del mondo.


Si sta verificando un cambiamento che sembra sostituire alla preminenza dell’economico quella della “scienza”, che ingloba e dirige la prima: dalla “dittatura dei mercati” siamo passati alla “dittatura sanitaria”;  dal “ce lo chiede l’Europa”, al “lo dice la scienza”.
Facendo leva su quelle che sono le più grandi paure e fragilità della natura umana – la paura della morte, della malattia e della sofferenza – il potere è in grado di mettere in atto un ricatto psicologico e una propaganda di terrore mediatica, tale da portare le masse ad invocare ciò che qualche settimana fa avrebbero considerato intollerabile, ponendo tutti i presupposti per la creazione di quella che viene considerata una società distopica. Una società super controllata in cui la tecnologia e la scienza pervadono ogni ambito del sociale e del politico e in cui si decreta la sospensione – seppure temporanea – della democrazia, quando fino a pochissimi mesi fa, gruppi di “giovani liberali” protestavano contro la deriva autoritaria e fascista. Ma si sa, si tratta di un’emergenza e di uno stato di cose temporaneo, certo. Fino a quando l’emergenza non si trasformerà in pretesto per cambiare definitivamente modello politico e stili di vita, in nome di ciò che propinano come salute e sicurezza dei cittadini. C’è allora da chiedersi fino a che punto sia legittimo sospendere le libertà fondamentali e soprattutto capire il limite oltre il quale l’emergenza diventa il mezzo per modellare un nuovo ordine sociale, che si basa sui fondamenti fittizi di una pseudo scienza, in cui già diversi filosofi, tra cui Karl Popper, avevano intravisto i presupposti per un totalitarismo.


Lo slittamento repentino dell’autorità dalla sfera politica a quella “scientifica”, si va sempre più configurando come una deriva scientista dal carattere dogmatico, sebbene la stessa scienza al suo interno non trovi unanimità sui temi cardine che tengono impegnato l’intero dibattito nazionale e globale. Esistono infatti due fronti quasi contrapposti di virologi e di esperti: uno che sembra più in sintonia e più funzionale agli interessi del potere, in quanto tiene vivo lo stato di allarme e di terrore in grado di alterare gli equilibri geopolitici ed economici, nonché di plasmare le masse all’insegna di un nuovo modo di vivere e di interagire, che prefigura un più stringente controllo sociale e una maggiore pervasività sulla vita e la privacy dei cittadini; l’altro che, più o meno velatamente, tende a sottolineare aspetti e punti di vista che mettono in discussione quella che è la narrazione dominante. Non a caso, questa seconda categoria viene sempre più spesso ostracizzata, accusata di incompetenza e ridotta al silenzio. Come si conviene, del resto, in tutte le dittature che si rispettino.


La convinzione che la scienza sia in grado di risolvere qualunque problema dell’umanità, pur nella sua frammentarietà e contrapposizione di vedute, e che sia l’unica in grado di garantire un sapere certo si sta sempre più affermando in un panorama sociale e politico livellato e ideologicamente orientato. Tale convinzione porta la scienza a sconfinare in ambiti che non le competono e ad imporre la propria autorità in campi ad essa estranei, quali quello politico, etico, sociale e finanche religioso. Inoltre, tale visione non tiene conto che la scienza stessa è guidata da interessi economici e di potere di enormi proporzioni, soprattutto nell’era della speculazione finanziaria, in cui tutto, salute compresa, è considerato merce da cui trarre profitto. Non a caso, quelle del farmaco e dei vaccini sono tra i più grandi colossi multinazionali.


Sul piano sociale, questo atteggiamento scientista pare stia portando a compimento quel processo di atomizzazione collettiva già iniziato con l’approccio competitivo e individualista tipico dell’economia capitalista. Esso infatti è tradizionalmente improntato ad una visione meccanicista e riduzionista del mondo e dell’esistenza, dove tutto è riconducibile a modelli matematici e ad un calcolo puramente quantitativo e in cui dunque il tessuto sociale viene scomposto in molecole disgregate, senza alcuna unità che le trascenda e dia loro un significato. E’ così che si può oggi considerare un intero popolo, che si trova nell’impossibilità di relazionarsi e di organizzarsi. È bene tenere presente, infatti, che l’adozione di queste regole di comportamento collettivo non terminerà con l’emergenza, ma avrà serie ripercussioni sulla vita di tutti noi anche dopo, a causa di quello che si può considerare a tutti gli effetti un “trauma sociale”.


Isolare e distanziare gli individui gli uni dagli altri potrebbe denotare l’intenzione di privare l’umanità di uno dei suoi elementi costitutivi, vale a dire la socialità, la possibilità di interagire e finanche di amare, lasciando l’uomo solo, in balia delle sue paure. E’ proprio sulla paura, in fondo, che si basa un certo tipo di potere, che in questo caso si va sempre più configurando come distopico. Ma il dubbio più inquietante che emerge è che sia l’umanità stessa, forse inconsciamente, a desiderare questa distopia, perché essere liberi, riflettere, esercitare il senso critico e assumersi responsabilità è certamente più bello, ma anche più faticoso che essere eterodiretti dal potere. Credere all’impalcatura della menzogna che caratterizza purtroppo l’intero Occidente è sicuramente più semplice che combatterla.


Tutti noi sappiamo che quelle in vigore sono misure temporanee e le accettiamo proprio in quanto limitate all’emergenza, ma non si può non considerare che la limitazione della libertà (così come altre “tendenze” dettate dal potere), potrebbe trasformarsi in un piano inclinato in grado di sfuggire al controllo di chi vi si trova sottoposto, e le emergenze in pretesti per perseguire ben altri fini, in base al ben noto schema del “problema – reazione – soluzione”.


Occorre allora restare lucidi e illuminare questi tempi bui con una ricerca costante della verità che non si trova di certo nei media gestiti, coordinati e controllati dalle élite plutocratiche e soprattutto occorre non cedere al ricatto della paura, rinunciando alle libertà più basilari e spazzando via così duemila anni di storia, di civiltà e di conquiste.



[1] https://investors.modernatx.com/news-releases/news-release-details/moderna-ships-mrna-vaccine-against-novel-coronavirus-mrna-1273

[2] Per le interrogazioni parlamentari, si veda:
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4%2F04902&ramo=CAMERA&leg=18&fbclid=IwAR1PrmRf_IwWu5dJrcYb_J-qr5Pq9qbTGOVZGEdHDcJSfAXzrB7fTZr1IJE;
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2020-000327_IT.html

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