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Geopolitica

Trump: le domande senza risposta su un attentato che mostra le crepe della democrazia USA

15 Luglio 2024 by Giorgia Audiello Nessun commento

Ha monopolizzato il dibattito e occupato le prime pagine di tutto il mondo l’attentato fallito all’ex presidente e candidato alle presidenziali del 2024, Donald Trump. Il 13 luglio, durante il comizio elettorale dell’esponente repubblicano in Pennsylvania, l’attentatore ventenne Thomas Matthew Crooks – successivamente ucciso dalla polizia – ha sparato almeno sette colpi da un tetto situato a poco più di cento metri dal palco da dove parlava il politico americano, uccidendo una persona e ferendone diverse, tra cui l’ex presidente, lievemente ferito all’orecchio destro. Se da un lato, l’accaduto mette in luce le evidenti falle del sistema di sicurezza, dall’altro ha anche evidenziato due aspetti fondamentali: la profonda divisione sociale degli Stati Uniti e la straordinaria abilità comunicativa di Donald Trump che è stato immediatamente in grado di utilizzare una tragedia in suo favore, garantendosi un potenziale vantaggio elettorale.

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Geopolitica

Summit NATO: la Germania diventa la base di appoggio USA per l’escalation con la Russia

14 Luglio 2024 by Giorgia Audiello Nessun commento

Al 75° Summit della NATO, in corso a Washington, è stato annunciato che in Germania verrà istituito un nuovo comando per addestrare ed equipaggiare le truppe ucraine con l’obiettivo di «fornire sostegno alla sicurezza per l’Ucraina su base permanente e garantire così un sostegno migliore, prevedibile e coerente», come si legge nella dichiarazione congiunta del vertice. La Germania diventerà così la base di appoggio degli Stati Uniti per attuare l’escalation bellica contro la Russia. Il vertice NATO ha quindi sancito il divario tra l’Occidente e il gigante eurasiatico guidato da Vladimir Putin oltre alla volontà del blocco occidentale di prepararsi a tutti gli effetti ad una guerra contro Mosca: lungi dallo smorzare le tensioni col Cremlino, infatti, i 32 membri dell’organizzazione militare atlantica sembrano voler alzare sempre di più l’asticella dello scontro. Oltre a rafforzare il sostegno militare e finanziario a Kiev inviando anche i Jet F-16, infatti, l’Alleanza ha deciso di sostenere l’Ucraina «nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, compresa l’adesione alla NATO» e di schierare missili a lungo raggio in Germania nel 2026. Si tratterebbe delle armi statunitensi più potenti mai installate in Europa dai tempi della Guerra Fredda. Il tutto avviene mentre il capo di stato maggiore delle forze armate polacche ha affermato che la Polonia deve preparare i suoi soldati a un conflitto totale. Durante il summit non sono poi mancate le invettive contro la Cina, accusata di sostenere la guerra del Cremlino: per la prima volta, infatti, i 32 membri dell’organizzazione militare hanno definito congiuntamente Pechino un «facilitatore decisivo» dello sforzo bellico russo in Ucraina, accusandola anche di porre sfide sistemiche alla sicurezza euro-atlantica.

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Geopolitica

Orban visita Pechino e rilancia il piano di pace cinese per l’Ucraina

11 Luglio 2024 by Giorgia Audiello Nessun commento

Dopo la visita al presidente ucraino Zelensky e l’incontro a Mosca con Vladimir Putin – quest’ultimo aspramente criticato dalla Commissione europea e dalla NATO – ieri il primo ministro ungherese Viktor Orban ha proseguito la sua missione diplomatica recandosi a Pechino, dove ha incontrato il presidente Xi Jinping e rilanciato il piano di pace cinese in sei punti che il Dragone aveva co-promosso lo scorso maggio insieme al Brasile. Orban ha definito la visita a Pechino una «missione di pace 3.0» volta a trovare una soluzione al conflitto in Ucraina, pur essendo priva però del sostegno e del mandato del blocco euro-atlantico. Il capo magiaro ha affermato che la Cina è «una potenza chiave nel creare le condizioni per la pace nella guerra tra Russia e Ucraina», motivando così il suo viaggio a Pechino, due mesi dopo la visita di Xi a Budapest. Da parte sua, il presidente cinese ha detto che «la comunità internazionale dovrebbe creare le condizioni per la ripresa del dialogo diretto e dei negoziati tra le due parti e fornire assistenza», aggiungendo che «è nell’interesse di tutte le parti cercare una soluzione politica attraverso un rapido cessate il fuoco». Inoltre, il leader ungherese ha colto anche l’occasione per stringere importanti accordi di cooperazione commerciale con Pechino, assumendo una posizione opposta a quella Ue che, invece, ha posto dazi sulle esportazioni cinesi.

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Geopolitica

Al primo vertice degli Esteri, i BRICS+ discutono le basi del nuovo ordine globale

1 Luglio 2024 by Giorgia Audiello Nessun commento

Nella città russa di Nizhny Novgorod si è svolta una riunione di due giorni dei Ministri degli Esteri dei Paesi aderenti al gruppo dei BRICS, presieduta dal massimo diplomatico russo, Sergey Lavrov. Si tratta del primo incontro, dopo l’espansione del gruppo nel 2023, a cui hanno partecipato i nuovi membri, ossia Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto ed Etiopia. L’Arabia Saudita, invece, non ha ancora sottoscritto formalmente l’ingresso e ha partecipato come membro esterno. Il vertice, che si è concluso con una dichiarazione congiunta in 54 punti, ha avuto al centro una serie di questioni che, nel loro complesso, ambiscono a porre le basi per un nuovo ordine globale, “libero” dall’egemonia occidentale, secondo quanto auspicato esplicitamente nei primi punti della dichiarazione congiunta: «i ministri hanno ribadito il loro impegno per la valorizzazione e il miglioramento della governance globale, attraverso la promozione di un sistema internazionale e multilaterale più agile, efficace, efficiente, reattivo, rappresentativo, legittimo, democratico e responsabile e ad assicurare una maggiore e più significativa partecipazione dei Paesi in via di sviluppo e di quelli meno sviluppati ai processi decisionali». Per realizzare questa nuova governance più equilibrata, i ministri hanno discusso, tra le altre cose, di una riforma globale delle Nazioni Unite, compreso il Consiglio di Sicurezza, hanno biasimato il protezionismo statunitense e promosso l’uso delle valute locali negli scambi bilaterali, oltre alla creazione di un sistema di pagamento indipendente e di una moneta unica. Hanno, inoltre, condannato Israele per la strage di civili nella Striscia di Gaza e sempre più Nazioni, tra cui Venezuela e Turchia, appaiono interessate ad aderire al Gruppo.

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Geopolitica

Kiev ha colpito in Russia con armi USA, Mosca avvisa: “non fate errori di calcolo”

by Giorgia Audiello Nessun commento

Le forze armate ucraine avrebbero utilizzato armi americane, nella fattispecie missili HIMARS, per colpire un sistema di difesa aerea con missili S-300 e S-400 nella regione russa di Belgorod, tra il primo e il due giugno: lo riferiscono fonti non ufficiali russe riprese da diversi media occidentali. Nonostante l’enfasi conferita alla notizia, non è di certo la prima volta che l’esercito ucraino colpisce nei territori russi di confine. Questo però sarebbe il primo caso documentato di utilizzo da parte di Kiev di armi americane per colpire siti militari all’interno del territorio russo, dopo che a fine maggio il presidente americano Joe Biden aveva autorizzato un uso localizzato delle armi americane sul suolo di Mosca. La Casa Bianca, però, non ha concesso a Kiev di colpire ovunque il territorio nemico, ma solo nelle retrovie dell’offensiva di Kharkov. Ciò è sufficiente a far crescere le tensioni tra Washington e Mosca. Quest’ultima ha avvertito, infatti, la Casa Bianca di valutare attentamente la serietà delle conseguenze degli attacchi con armi americani in Russia: «Vorrei mettere in guardia i funzionari americani contro gli errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze fatali. Per qualche ragione sconosciuta, sottovalutano la gravità del rifiuto che potrebbero ricevere», ha detto ieri il viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov. «Siamo consapevoli che i paesi occidentali si stanno muovendo verso un’escalation. Pertanto, da parte nostra, prenderemo tutte le misure necessarie per neutralizzare le minacce associate a questa escalation», ha affermato allo stesso tempo l’alto diplomatico russo Alexander Grushko. Lo stesso ha fatto sapere che tutte le armi e i sistemi missilistici forniti a Kiev saranno distrutti dall’esercito russo.

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Geopolitica

Dalla crisi ucraina al nuovo ordine internazionale multipolare

24 Maggio 2022 by Giorgia Audiello 1 commento

“La Russia oggi è la minaccia più diretta all’ordine mondiale, a causa della sua invasione dell’Ucraina”: così si è espressa la Presidente della Commissione europea Ursula von der Layen in occasione del ventottesimo vertice UE-Giappone a Tokyo lo scorso 12 maggio. Il conflitto tra Russia e Ucraina, infatti, sta mettendo in crisi l’ordine mondiale unipolare e sta accelerando, invece, la costruzione di una nuova architettura internazionale fondata sul cosiddetto multipolarismo: un modello geopolitico che si oppone all’unipolarismo e che prevede una molteplicità di centri decisionali indipendenti e sovrani su scala mondiale.

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Attualità•Geopolitica

LA RUSSIA E IL MULTIPOLARISMO: VERSO NUOVI ASSETTI GLOBALI

8 Gennaio 2022 by Giorgia Audiello Nessun commento

“È un mondo nel quale c’è un padrone, un sovrano. Ed alla fine questo non solo è pernicioso per tutti quelli compresi in questo sistema, ma anche per il sovrano stesso, perché distrugge se stesso dall’interno. E questo certamente non ha nulla in comune con la democrazia. […] Io considero che nel mondo d’oggi il modello unipolare non solo sia inaccettabile, ma che sia anche impossibile”[1]. Con queste parole, pronunciate alla conferenza di Monaco sulla Sicurezza nel febbraio del 2007, il presidente russo Vladimir Putin condannò il sistema unipolare dominato dagli USA e decretò una svolta storica nel ruolo geopolitico della Federazione Russa e nelle relazioni internazionali. Per questo, è possibile affermare che la Russia di Putin rappresenti il più strenuo baluardo contro il modello occidentale liberal-capitalista votato unicamente alla diffusione messianica del verbo del libero mercato, della globalizzazione, della società dei consumi e di un paradigma libertario illusorio orientato al nichilismo. Tale modello, dietro il paravento dell’esportazione della democrazia liberale – effettuata attraverso il collaudato metodo del “regime change”, volto ad eliminare i leader dei Paesi scomodi a Washington – mira in realtà a perseguire un’omologazione delle menti, dei costumi e delle culture, in nome della logica del profitto illimitato che ha condotto all’egemonia dei mercati sugli Stati e, dunque, al regno della pura quantità che, in quanto tale, annulla ogni valore qualitativo e ogni residuo di “trascendenza” nell’ordine sociale e antropologico.

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Approfondimenti•Geopolitica

L’INARRESTABILE ASCESA DELLA CINA E IL NUOVO ORDINE MONDIALE

17 Agosto 2020 by Giorgia Audiello Nessun commento

In pochi decenni, la Cina ha registrato un’incredibile crescita economica, passando dallo status di Paese in via di sviluppo a superpotenza economica globale. Il “miracolo economico” è stato possibile dapprima grazie alla serie di riforme economiche intraprese sotto Deng Xiaoping – indicata con l’espressione “Socialismo con caratteristiche cinesi” – che ha permesso alla Cina di adottare un’economia mista pubblico-privata e di aprirsi agli investimenti esteri e, successivamente, grazie all’ingresso del Dragone nel 2001 nel WTO (World Trade Organization).

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