Nella città russa di Nizhny Novgorod si è svolta una riunione di due giorni dei Ministri degli Esteri dei Paesi aderenti al gruppo dei BRICS, presieduta dal massimo diplomatico russo, Sergey Lavrov. Si tratta del primo incontro, dopo l’espansione del gruppo nel 2023, a cui hanno partecipato i nuovi membri, ossia Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto ed Etiopia. L’Arabia Saudita, invece, non ha ancora sottoscritto formalmente l’ingresso e ha partecipato come membro esterno. Il vertice, che si è concluso con una dichiarazione congiunta in 54 punti, ha avuto al centro una serie di questioni che, nel loro complesso, ambiscono a porre le basi per un nuovo ordine globale, “libero” dall’egemonia occidentale, secondo quanto auspicato esplicitamente nei primi punti della dichiarazione congiunta: «i ministri hanno ribadito il loro impegno per la valorizzazione e il miglioramento della governance globale, attraverso la promozione di un sistema internazionale e multilaterale più agile, efficace, efficiente, reattivo, rappresentativo, legittimo, democratico e responsabile e ad assicurare una maggiore e più significativa partecipazione dei Paesi in via di sviluppo e di quelli meno sviluppati ai processi decisionali». Per realizzare questa nuova governance più equilibrata, i ministri hanno discusso, tra le altre cose, di una riforma globale delle Nazioni Unite, compreso il Consiglio di Sicurezza, hanno biasimato il protezionismo statunitense e promosso l’uso delle valute locali negli scambi bilaterali, oltre alla creazione di un sistema di pagamento indipendente e di una moneta unica. Hanno, inoltre, condannato Israele per la strage di civili nella Striscia di Gaza e sempre più Nazioni, tra cui Venezuela e Turchia, appaiono interessate ad aderire al Gruppo.
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